Giovane Chirurgo… non guardare la carriera, ma la stima che riceverai dai Pazienti e Colleghi. Del Prof. Raimondo di Giacomo

DI Raimondo di Giacomo

Scrivi qualcosa. Scrivo qualcosa? Va beh vi racconto di un ex giovane Chirugo deluso ora Chirugo vero.  Entrai in sala operatoria per la prima volta che avevo forse meno di 20 anni, come paziente per una banalissima verruca alla mano. Entrai e respirai una atmosfera che mi inebriò, ma non capii.  Qualche anno dopo e più precisamente il primo ottobre del 1986 incontrai la persona che mi fece innamorare della chirurgia e che mi fece ritornare in mente quell’atmosfera che mi aveva colpito qualche anno prima. Cominciai la mia carriera di chirurgo. Se divento bravo come Lui, forse potrò avere almeno una parte delle soddisfazioni che ha Lui, il mio Professore.
Non era così. Il mondo stava cambiando e la mia generazione era quella del passaggio, dalla medicina dei grandi personaggi ( a torto chiamati baroni), alla medicina delle linee guida e delle autodiagnosi Googleguidate. Fare carriera non dipendeva più dalla tua capacità o preparazione ma dalle amicizie e dai rapporti politici che ti sapevi creare.

Ma perché in Italia siamo messi così?
Mi rimbombano in mente le parole di un Chirugo americano che mi disse nel pieno del mio sogno utopistico: “Resta qua ti aiuto io ad inserirti, hai tutte le potenzialità per avere successo, tornerai a casa per le vacanze o quando vorrai smettere di lavorare”. Dissi di no!!! Mai scelta fu più errata.
Tornai e cominciai la mia trafila tra i vari padrini politici, vari, sì molti, perché uno solo non bastava mai. Ti accontentavano con delle bricioline che nessuno voleva e mai per quello che chiedevi. Vinsi il mio primo concorso a 29 anni, nel pieno dello scandalo di mani pulite, quando i commissari dei concorsi si cambiavano come le camicie ed avevano paura anche a fare le domande ai candidati.

Forse per questo fui dichiarato idoneo e fui assunto per scorrimento di graduatoria grazie all’impegno di un impiegato a cui non sarò mai troppo riconoscente.
Da lì ho cominciato a vivere la chirurgia come avevo sempre desiderato: sala operatoria e pazienti, pazienti e sala operatoria. Non bastava!!!

Il primo incarico di responsabilità mi viene concesso, ma realmente concesso, perché non se ne poteva fare a meno. Lo ritenni comunque meritato e me lo sono goduto, ma allo stesso tempo vedevo altri volare alto. Era tutto meritato o c’era qualcosa che mi sfuggiva???
Oggi sono alla svolta della mia carriera. “ O ricco marinaio o povero pescatore” ma ancora una volta mi ritrovo a dover trovare il padrino giusto, l’accompagnatore adeguato al momento politico, nessuno che controlla se sono all’altezza del compito o se sono un emerito deficiente. Non importa a nessuno!!!
Non so come andrà, ma se un giovane innamorato della chirurgia così come lo sono io mi chiede cosa devo fare per diventare bravo e ricevere soddisfazioni ho solo un consiglio: “corri via, torna solo per le vacanze o quando non vuoi più lavorare”. È triste ma è così… ma la risposta sarà : “Ma come proprio tu mi dici ciò, tu che hai fatto quasi tutto eppure non sei contento?” È forse vero ma il prezzo è troppo alto e bisogna ingoiare troppi bocconi amari, il chirurgo deve fare il chirurgo e deve essere il migliore ed il più preparato nella sua specializzazione. Punto!!!

Ecco.. ho scritto qualcosa …ma sei sicuro che è proprio quello che le persone vogliono leggere ?
Allora ti rispondo: “ Hai ragione giovane Chirugo è vero, non è la carriera che devi guardare, ma la risposta che avrai in termini di stima che riceverai dai tuoi pazienti e ancora di più dai tuoi colleghi, da coloro cioè che in un momento di bisogno si rivolgeranno fiduciosi a te. Se avrai tutto ciò sarai un Chirugo Vero

Giovane Chirurgo non guardare la carriera, ma la risposta in termini di stima che riceverai dai pazienti e dai colleghi

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Informazioni su Raimondo di Giacomo

Dirigente medico - Chirurgo dell' Istituto dei Tumori di Napoli, Responsabile medico-legale del “Comitato valutazione e liquidazione sinistri” nell’ambito del progetto di Autoassicurazione dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli “G. Pascale” Professore Incaricato di Anatomia Umana. Frequentatore della cattedra di Semeiotica I del prof. A. Agresti con pubblicazioni di patologia epato-bilio-pancreatica e dell'incidenza delle infezioni in chirurgia biliare.Vincitore di numerosi premi nazionali ed internazionali nel campo della cura dei Tumori e prestigiosi incarichi tra cui alla Melrose Wakefield Hospital di Boston Chief. Anthony Penta U.S.A.

11 pensieri su “Giovane Chirurgo… non guardare la carriera, ma la stima che riceverai dai Pazienti e Colleghi. Del Prof. Raimondo di Giacomo

  1. Vincenzo Amelina

    Ho conosciuto Raimondo quando era un giovane innamorato della chirurgia, abbiamo condiviso tante emozioni. Lo ammiro molto e sono orgoglioso che mi consideri suo amico

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    1. Raimondo di Giacomo (Autore Articolo)

      AUTORE

      Grazie soprattutto per la stima. Il mio articolo è nato non dalla delusione per il mio lavoro, ma per le scarse possibilità che diamo ai nostri giovani, che rappresentano il nostro futuro. Rimanere qui e combattere con le proprie armi, costanza, pazienza, preparazione ed aggiornamento continuo sono le uniche possibilità che abbiamo per annullare le disparità e le ingiustizie.
      Forza Ragazzi!!!!

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  2. Destefano Germana

    Sono un’infermiera , e in 20 a di servizio ne ho viste. Sono madre di un figlio che studia medicina e sicuramente mi pesa dover dire a mio figlio che al termine degli studi meglio se guarda al di là dei confini Italiani. Sì xchè i tempi e le modalità sono cambiate ma il fine è sempre uguale: no meritocrazia se hai un “santo” in paradiso vai avanti. Sono pochi, ma davvero pochi che da soli sgomitando e a viso aperto c’è l’hanno fatta. La loro unica ricompensa la graditudine dei PZ.

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  3. AnnaRita

    Articolo molto amaro. La passione per il
    proprio lavoro, la stima dei colleghi, la riconoscenza dei pazienti possono davvero essere sufficienti a contrastare la rabbia e la frustrazione derivantI dalla costante ricerca del “ padrino” giusto per vedere riconosciuto il proprio merito? Si vive una sola vita e allora, vista la palude nella quale attualmente viviamo in Italia, forse è meglio dire, anche se con la morte nel cuore, a chi vuole realizzare i propri sogni di fare vela verso altri mari.

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  4. Marcella

    Se fai un qualsiasi lavoro che a a che fare con i pazienti e lo fai con amore allora si che la sera dormi sereno e soddisfatto. La carriera riempe forse la tasca ma non il cuore, e il cuore la responsabilita’ l’impegno la passione l’amore sono le vere carte vincenti, la stima e la gratitudine dei pazienti non hanno prezzo!

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  5. Enzo matassa

    La dignità non ha prezzo. La dignità ha un valore non commerciabile anche se oggi ad alcuni fa ridere. Dipende come vuoi vivere. Tante volte ho riflettuto e anche vacillato su cosa scegliere ma alla fine ho preferito la dignità. Forse sono stato fortunato o bravo a non dare occasioni pet propste indecenti. Ho tuttora un ruolo che nell’immaginario collettivo si presta a facili pettegolezzi e a tante occasioni di malaffare ma posso dire che si può vivere bene andandò e non mi sono mancati riconoscimenti di stima che mi hanno dato forza e contentezza. Io ci credo!

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  6. Luigi junior Valletta

    Purtroppo in Italia funziona poco con meritocrazia ma questo non significa gettare la spugna, anzi, io penso che bisogna raggiungere l’obbiettivo grazie anche alle piccole soddisfazioni personali che riusciremo ad avere e che ci porteranno sicuramente alle grandi soddisfazioni come la fiducia dei pazienti.

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  7. Luigi

    Purtroppo in Italia funziona poco con meritocrazia ma questo non significa gettare la spugna, anzi, io penso che bisogna raggiungere l’obbiettivo grazie anche alle piccole soddisfazioni personali che riusciremo ad avere e che ci porteranno sicuramente alle grandi soddisfazioni come la fiducia dei pazienti.

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  8. Monica Muoio

    Carissimo Doctor, non ho tante parole se non tanta amarezza…. Non lavoro in ambito sanitario e purtroppo a causa del mio carattere non avrei mai potuto fare questo lavoro in quanto sono un’ipocondriaca terribile ma consapevole…. Ammiro tantissimo le persone come lei e grazie di esistere!!

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  9. Giuseppe Buonocore

    Dichiarazioni dure, amare, ma vere. Sembra proprio che, non solo in campo medico, ma in tanti altri ambiti, il nostro Paese respinga i talenti, quelli che potrebbero fare la differenza: fuggi all’Estero, lì troverai tante opportunità. Che triste affermazione che, confesso, anche io, ho rivolto a tanti giovani talenti che ho avuto l’onore di conoscere. Come umile Collega del Prof di Giacomo ne ammiro la tenacia, la stessa che ho ammirato in alcuni miei amici di specializzazione, altri, invece, ci siamo dovuti accontentare delle briciole. Ma, come afferma l’illustre Collega, meglio il plauso di una persona salvata, aiutata nel momento del dolore, che la fama, spesso mal riposta.

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