“Con la Guerra negli Occhi e nell’Obiettivo” raccontare i conflitti attraverso le immagini, le parole forti del VideoReporter Ruben Lagattolla

di Ruben Lagattolla

Mi chiamo Ruben Lagattolla, sono un film maker e giro documentari. Nella mia carriera ho avuto l’opportunità di raccontare alcune guerre, quasi sempre affiancando dei giornalisti. Il mio mestiere è quello di raccontare storie vere e documentare gli eventi attraverso le immagini. Mi sono occupato anche di crisi umanitarie, rifugiati in varie parti del mondo, migrazioni intorno al Mediterraneo.

Il 9 maggio 2014 tornavo dalla Siria, da quello che ero convinto sarebbe stato il mio ultimo viaggio: dieci giorni ad Aleppo est per raccontare la vita dei civili sotto assedio tra bombardamenti del regime, brigate ribelli allo stremo e lo Stato Islamico che stava per proclamare il proprio regno del terrore.Questo è senza dubbio il lavoro che più mi ha cambiato come persona.

Fonte:  https://www.rubenfilms.com/films#/young-syrian-lenses/

Sono varie le ragioni che mi hanno spinto a intraprendere questo viaggio, così come i successivi, ma preferisco parlare di altre persone, di altre storie. Il mio lavoro, dopo tutto, consiste in questo, io preferisco restare dietro alla telecamera.

Quattordici giorni dopo il mio ritorno dalla Siria si verifica una delle tragedie che più mi ha colpito negli ultimi anni: quella della morte del foto reporter Andrea Rocchelli e del giornalista e fixer Andrei Mironov. Il fatto è accaduto il 24 maggio del 2014 nei pressi di Sloviansk, in Ucraina orientale.  I due, portandosi dietro William Roguelon, fotografo francese alle prime armi, con un taxi si recano nei pressi di Sloviansk, presso un passaggio a livello occupato dalle milizie separatiste filo russe che da giorni erano in combattimento con l’esercito Ucraino, appostato su una collina antistante. Una zona ben conosciuta tra i giornalisti. Dopo pochi minuti dal loro arrivo, il gruppo si trova sotto un pesante attacco con colpi di mortaio provenienti dalla collina.

Lavorando a Young Syrian Lenses, il mio primo documentario, mi sono reso conto di un aspetto che quasi mai viene raccontato, ognuno di noi vuole che il proprio lavoro abbia successo. Per la mia esperienza questo desiderio non veniva tanto dalla vanità, dalla ricerca del successo fine a sé stesso, almeno non del tutto, ma dal fatto che le storie che incontravo dovevano essere ascoltate dal maggior numero possibile di persone. Perché erano storie atroci e perché lo sforzo che stavo facendo per ascoltarle lo era altrettanto. Questa è la spinta che si ha quando si lavora sul campo e questa, secondo la mia modesta opinione, è ciò che ci spinge a rischiare, ad andare dove non vanno gli altri, a raccontare storie che solo noi potremo proporre ai media più importanti. A volte però le cose non vanno come si vorrebbe, rischiare la vita non significa sempre tornare a casa con un trauma, significa anche morire purtroppo.

Mi sento vicino alla tragedia che ha coinvolto i due reporter e le loro famiglie, perché ho immaginato varie volte che cosa sarebbe successo se fosse capitato a me in Siria.

Oggi, sei anni dopo, mi trovo a lavorare alla realizzazione del documentario che investiga su questa tragedia. The Wrong Place è un documentario d’inchiesta (diretto da Cristiano Tinazzi, con Danilo Elia e Olga Tokariuk) che ricostruisce la giornata dei due reporter fino al pomeriggio del loro omicidio. Oltre a questo, il film si occupa del processo, basato solo prove indiziarie, che ha visto condannato a ventiquattro anni un solo volontario della Guardia Nazionale ucraina, la componente di riserva delle forze armate ucraine  infliggendo una punizione esemplare. L’inchiesta ha voluto fare ciò che sarebbe spettato alla magistratura e che non ha fatto: rilevamenti scientifici sul campo, test balistici, trovare i superstiti dell’attacco e molto altro.

Qui il link al crowdfunding per sostenere la sua realizzazione: https://www.produzionidalbasso.com/project/the-wrong-place-nevdale-mistse/

 

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Questo articolo è stato pubblicato in denuncia, fotoreporte, guerra, Ruben Lagattolla, Solidarietà, Volontariato il da .

Informazioni su Ruben Lagattolla

Ruben Lagattolla è un regista, documentarista filmmaker e video Reporter di documentari, specializzato in zone di conflitto e questioni umanitarie. Ha lavorato a lungo nel Kurdistan iracheno e in tutto il Medio Oriente e ha studiato le migrazioni in tutto il Mar Mediterraneo. Ruben ha scritto e prodotto reportage e documentari per RSI (Swiss National TV), TV2000, Internazionale e prodotto documentari che sono stati proiettati in festival cinematografici internazionali e trasmessi su TV internazionali come NHK. È professore di studi documentari presso il Marche Music College PREMI: - UNHCR Refugee Film Festival (Tokyo, Nuova Delhi, Hong Kong) - RIFF Rome Independent Film Festival - Pondicherry Documentary and Short Film Festival - Sardinia Film Festival (Premio per il miglior documentario italiano) - Festival Internazionale del film documentario - Marcellino de Baggis (Taranto)

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